nondualityfood

La domanda con cui ci si rivolge normalmente ai cibi (e non solo) è sempre la stessa: questo cibo fa bene o fa male? La risposta sarà sempre: dipende.

Ci siamo disabituati a considerare una delle principali funzioni del cibo, ossia quella di armonizzarci all’ambiente in cui viviamo e alle condizioni necessarie per adattarsi ad esso. Le condizioni cambiano, quindi cambia l’alimentazione,  l’equilibrio non è una condizione statica. Cambiano il luogo, la stagione, le condizioni di vita, le condizioni di salute, quelle lavorative, l’età, etc.

Cambiamo la domanda in: questo cibo che effetto ha? Che effetto produce sul mio organismo in questo momento?

Questa è una modalità aperta e non separativa, che va oltre l’idea, del tutto mentale e relativa di giusto o sbagliato, per trovare risposte sensate, utili, pratiche, per orientarsi, scegliere, prendersi cura attraverso il cibo. Considerando anche gli aspetti energetici del cibo e non solo quelli misurabili.

Per evitare di alimentare identificazioni, forme pensiero, opinioni, luoghi comuni, orientamenti commerciali, mode, convinzioni, consuetudini, che poco hanno a che fare con la responsabilità individuale, la realtà e i propri bisogni, oltre a non avere alcun fondamento scientifico.

Possiamo imparare moltissimo dalla visione orientale, che con millenaria sapienza, ci restituisce una visione non separativa, non duale, ma circolare, olistica ed energetica di tutti i fenomeni, un’osservazione che rintraccia nell’ordine con cui avviene ogni cambiamento, quello dell’alternanza di forze opposte, visibile in ogni fenomeno presente in Natura. E’ l’interazione tra queste due qualità, Yin e Yang, lo scambio eterno, perpetuo e compresente di queste due tendenze, che crea il movimento ciclico e continuo di ogni manifestazione nell’Universo.

Ecco perché ho chiamato il mio approccio #nondualityfood